Sulla base di alcune indagini effettuate nel 2008 si è giunti a definire, in conformità con le leggi regionali, la ex cava Aquilini quale bosco. Di fatto in una relazione redatta a Travagliato nel Gennaio 2008, intitolata Relazione su indagine ornitologica qualitativa presso la ex cava Aquilini, emergono alcuni espetti che definiscono l’area in esame quale parco, per via della presenza di specie animali e vegetali. In particolare si legge:
- Dal punto di vista ambientale la cava in oggetto è un biotopo molto interessante, rigenerandosi in maniera completamente spontanea; infatti la presenza di essenze vegetali sia erbacee che arboree non è dovuta all’opera antropica bensì ad uno sviluppo completamente naturale. In provincia siti con queste caratteristiche sono estremamente rari se non inesistenti.
- Dal punto di vista ornitologico il periodo scelto per la valutazione qualitativa non risulta dei più idonei giacché la riproduzione delle varie specie è molto avanzata e gli animali tendono ad essere più elusivi ; inoltre non viene rilevato tutto ciò che attiene al periodo migratorio , oggetto magari di una futura ricerca.
- Sono state contattate le seguenti specie ornitologiche: upupa (Upupa epops); colombaccio (Columba palumbus), Tortora (Streptopelia turtur), cuculo (Cuculus canorus), Gufo comune (Asio otus), Allocco (Strix aluco), balestruccio (Delichon urbicum), merlo (Turdus merula), luì piccolo (Phylloscopus collybita), capinera (Sylvia atricapilla), pigliamosche (Muscicapa striata), usignolo (Luscinia megarhynchos), codirosso (Phoenicurus phoenicurus), saltimpalo (Saxicola Torquata), e poi rigogolo (Oriolus oriolus), averla piccola (Lanius collirio), cornacchia (Corvus corone), torno (Sturnus vulgaris), passero mattugio (Passer montanus), passera d'Italia (Passer italiane), fringuello (Fringilla coelebs), verdone comune o verdone (Carduelis chloris chloris), Cardellino (Carduelis carduelis), rondone (Apus apus), picchio rosso maggiore (Dendrocopos major, rondine comune (Hirundo rustica).
Infine si desidera ricordare che il territorio dell’Ovest Bresciano, e dunque non solo il comune di Travagliato, è da tempo soggetto ad azioni di devastazione del territorio che a lungo andare rischiano di causare un collasso ambientale. Di fatto nell’ultimo anno sono state approvate tre nuove discariche (due di inerti – Travagliato e Pedrocca - e una di amianto - Travagliato), sono state depositate due richieste di discarica di rifiuti speciali non pericolosi nell’Ate 14 - località Macogna – una delle quali in una dubbia condizione di approvazione (mentre la Regione Lombardia nega di aver mai approvato la discarica in oggetto, i Comuni dei paesi interessati interpretano i documenti regionali in modo assai differente), a cui si aggiungono le nuove linee di viabilità su strada e rotaia che chiuderanno la zona in oggetto entro un triangolo di traffico e smog (Tav, Bre-Be-Mi, Cordamolle, potenziamento tangenziale sud di Brescia, varianti 235, svincoli vari). Altrettanto critica la situazione della “Bissa” (Travagliato) in cui è prevista una nuova escavazione e la realizzazione di un laghetto artificiale a due passi dalla falda acquifera.
Il Comitato di Travagliato, opponendosi da tempo a queste “torture ambientali”, ha lo scopo di far capire che un territorio non può subire solo “pressioni ambientali” ma necessita anche di compensazioni, soprattutto in una provincia, quale quella di Brescia, tra le più inquinate d’Europa. Scopo è soprattutto quello di far comprendere l’importanza dei parchi verdi e del ripristino/salvaguardia della flora e fauna quali pesi che permettono alla bilancia della modernizzazione di concedere ancora ossigeno ai cittadini. Basta cemento sì ai parchi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento